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TRADUZIONI DA MALLARMÉ

PREMESSA – TENTATIVO DI ACCOSTAMENTO A MALLARMÉ Nel presentare l’iniziativa che ho qui l’impudenza di rendere pubblica, mi preme innanzi tutto dire con chiarezza che sono consapevole che di impudenza (o di protervia, se preferite) appunto si tratta. Tradurre poesia, e ancor piú poesia di altissimo livello, è impresa che per solito non tentano i titani – palesemente impegnati in ben altre faccende – quanto piuttosto i pazzi temerari, o gli innamorati confusi e accecati dalla passione, che son poi la stessa cosa... Poesia è ciò che  non si può  tradurre, sosteneva Thomas Eliot, pur accettando traduzioni di poemi suoi e leggendo quelle nella sua lingua di poeti stranieri. Mallarmé hanno tentato di tradurlo in molti, in italiano: a partire da certi “colossi” della nostra letteratura (come Ungaretti o Marinetti) per finire con i traduttori, per cosí dire, “di professione”, sovente a ciò indotti da editori ignari della difficoltà, oltre che del probabile fallimento dell’impresa in se